Boccione maggiore

Cicoria amara, amarago, amarone, grugno, lattugaccio, scorzanera trifoliata, lattajolo, ingrassaporci, bell’ommo. “Cequaire all’ammérse”, “cicuredde âmmerse”, “cicuròni”.

Il boccione maggiore, Urospermum dalechampii (L.), è noto anche come “cequaire all’ammérse”, perché quando si recide la pianta le foglie hanno la caratteristica di incurvarsi, tanto da assumere una forma tale da somigliare ad un polpo “arricciato”. Può essere seminato ai bordi dei giardini come pianta ornamentale per i suoi fiori che vengono anche impiegati in decorazioni floreali. Fiorisce da marzo ad agosto. In zone dove le piante hanno a disposizione terreni profondi e nelle annate piovose, i fiori possono superare 6 cm di diametro. A fine inverno-inizio della primavera e prima della fioritura, si consumano le foglie basali, lessate e condite, da sole o insieme ad altre verdure oppure saltate in padella con olio e aglio (Bianco et al., 2009).
Si usano le foglie basali più tenere, raccolte prima della fioritura, lessate e condite, da sole o insieme ad altre verdure oppure saltate in padella con olio e aglio. Entra come ingrediente nella “Callarredda” piatto tipico dell’area murgiana della Puglia.

Un proverbio di Manduria (TA) così recita: “Cu li caroti, li erzi, li pasuli e tanti otri verduri, ntra lu minestroni già misu puru nu cicuroni” (“Con le carote, le verze, i fagioli e altre verdure, nel minestrone ho messo anche il boccione”).

Nel libro “Erbe mangerecce”, Del Lungo (1935) riporta il boccione (fig. 1).

Bianco (1989) ha pubblicato “Specie erbacee della flora infestante pugliese utilizzabili come ortaggi e piante da condimento” (fig. 2). 

Nel quadriportico del Monastero di S. Maria della Consolazione di Martano (LE), dove ha sede una comunità monastica rimasta fedele al programma di vita tracciato da San Benedetto nella sua regola (“ora et labora”), è ospitata una mostra di erbe medicinali raccolte in situ a cura di Fra Domenico Palombi, come descritto nell’articolo “La comunità monastica di Santa Maria della Consolazione e la figura di Fra Domenico Palombi, esperto conoscitore e studioso di erbe officinali”. 

Il mensile Realtà Nuove (1995) di Mola di Bari ha pubblicato la guida al riconoscimento e ricette delle piante spontanee “I fogghie de fore” (fig. 3).


Raccolta da terrazzani e da cultori delle piante spontanee, al dettaglio, nella ristorazione, negli agriturismi, nelle masserie didattiche.
  • Sul web, attraverso eventi, attraverso azioni di conoscenza e fruibilità del territorio. 

Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 25 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile
Si riportano i valori medi di 100 g di parte edibile riferiti al peso fresco (p.f.). Potassio 281 mg, calcio 138 mg, magnesio 23 mg, sodio 170 mg, acido ascorbico 54 mg; ha un basso contenuto di nitrati (in media 380 mg/kg p.f.).
(*) Dal libro “Piante spontanee nella cucina tradizionale molese” (Bianco et al., 2009).

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Bibliografia