Carciofo bianco tarantino

Bianco di Taranto, Carciofo di Taranto

Il ‘Carciofo bianco tarantino’ (Cynara cardunculus L. subsp. Scolymus (L.) Hayek) è una antica varietà di carciofo coltivata sporadicamente, anche in passato, negli orti della provincia di Taranto. Le piante sono di altezza media (circa 95 cm con il capolino principale), presentano diametro medio di circa 120 cm e attitudine pollonifera media. Le foglie sono di colore verde grigiastro, lunghe in media di 75 cm, con portamento semieretto. Il capolino principale è di forma ampio/ellittica-ovata e presenta compattezza medio-scarsa. Le brattee esterne sono di colore interamente verde e presentano un apice rientrante con spina piccola. Le brattee interne sono di colore bianco-verdastro e presentano densità scarsa. 
L'impianto viene effettuato generalmente con carducci in diversi periodi dell'anno con piante disposte a 100-120 cm tra le file e 80 cm sulla fila. I capolini vengono tagliati a mano con parte dello stelo (20-35 cm) accompagnato da due o tre foglie. La pianta produce 5-6 capolini, e può essere produttiva per più di tre anni. Generalmente la raccolta di tale varietà avviene da marzo a maggio; dal mese di aprile fino a tutto maggio si possono ottenere 3-4 capolini più piccoli che vengono raccolti senza stelo e destinati all'industria di trasformazione.

Il ‘Carciofo bianco tarantino’ è una antica varietà di carciofo coltivata sporadicamente, anche in passato, negli orti della provincia di Taranto. Nell'Atlante delle varietà del carciofo (Dellacecca et al., 1976) la varietà viene descritta per le sue caratteristiche storiche e produttive con brevi osservazioni e due foto a pagina 76 e 77.

In precedenza, Felice D’Introno la indica tra le varietà pugliesi nel libro "Le composite superlative" (1967), un volume dedicato alla produzione del carciofo, del cardo e dell’insalata. In particolare si fa riferimento a dati di coltivazione del

carciofo nel decennio 1955-1966; il testo riporta studi sull’ortaggio condotti dall’Università di Sassari e dall’Università di Bari con il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, su tecniche e metodi di coltivazione, impianto e moltiplicazione della carciofaia, concimazione e miglioramento genetico. Di particolare interesse è la sezione del libro dedicata alla produzione di carciofo in Puglia: tale coltura, difatti, in quel periodo ha avuto un esito inizialmente insperato, grazie alla facilità di collocamento del prodotto sui mercati del nord Italia a prezzi remunerativi. Il testo riporta che la coltura fu dapprima introdotta nei terreni asciutti in agro di Bisceglie e che successivamente si diffuse negli agri di Mola di Bari, Mesagne, Brindisi e Gallipoli. 

Dal 1950 il carciofo ha fatto il suo trionfale ingresso in Capitanata (San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Margherita di Savoia, Cerignola e Manfredonia), rivoluzionando il vecchio sistema di agricoltura cerealicolo-estensiva. La varietà più diffusa era di tipo “Catanese” (Niscemese), benché avesse subito variazioni morfologiche.

Infine, si riporta che la produzione barese di carciofo (e in parte anche quella brindisina e tarantina) sia incrementata notevolmente nel 1950, soprattutto con l’arrivo dell’acqua irrigua, indispensabile per coltivazione forzata dell’ortaggio. Le varietà pugliesi citate sono: ‘Carciofo di Taranto’ o ‘Bianco Tarantino’, ‘Locale di Mola’, ‘Locale di Ostuni’, ‘Centofoglie’, ‘Violetto precoce’.

Produzione propria e vendita diretta in azienda

  • Progetto regionale “Biodiversità delle specie orticole della Puglia” - BiodiverSO (PSR Puglia 2007-2013 - Misura 214/4 sub-azione “Progetti integrati per la biodiversità”), durante il quale la varietà è stata risanata da funghi e virus mediante micropropagazione e termoterapia. I risultati sono riportati nella pubblicazione “A Protocol for Producing Virus-Free Artichoke Genetic Resources for Conservation, Breeding, and Production” (Spanò et al., 2018); 
  • La varietà locale ‘Carciofo bianco di Taranto’ è presente nel “Nuovo Almanacco BiodiverSO – Biodiversità delle Specie Orticole della Puglia” (Accogli et al., 2018);
  • Il ‘Carciofo bianco tarantino’ è iscritto dal 2021 nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone della Regione Puglia (L.R. 39/2013 “Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico”);
  • Il ‘Carciofo bianco di Taranto’ è presente anche nel capitolo “Specialità orticole in terra jonica. Le varietà orticole della provincia di Taranto” (Renna e Santamaria, 2020), in: “Dalle Murge allo Jonio – Territori e risorse di Puglia” (a cura di L. Rubino).

Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 22 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

Foto gallery

Bibliografia