Cicerchia

Fasul a ghenh, Cicerola, Cece nero, Ingrassamanzo, Dente di Vecchia, Pisello quadrato.

La cicerchia (Lathyrus sativus L.) è un’antica leguminosa da granella simile alla pianta dei ceci, ma più rustica. Viene coltivata quasi sempre in terreni marginali con uno scarso livello di tecnica colturale; resiste alla siccità ed alle basse temperature. I semi sono cuneiformi, angolosi, di colore biancastro, marrone-grigiastro o giallo crema. 

Il peso di mille semi varia da 300 a 500 grammi. I legumi vengono venduti sfusi o confezionati in sacchetti di diversi formati. Prima della cottura necessita di un lungo periodo di ammollo.

La semina avviene generalmente in febbraio-marzo. La cicerchia, come le altre leguminose, non ha bisogno di concimazioni azotate perché possiede i batteri simbionti capaci di fissare l'azoto, né di trattamenti antiparassitari. Per controllare le specie infestanti viene effettuata una sarchiatura. In luglio, quando le foglie ingialliscono e i legumi imbruniscono, le piante vengono falciate. Le piante falciate si raccolgono in mucchi e si lasciano per circa una settimana esposte al sole affinché i baccelli completino l’essiccamento. La sgranatura viene seguita manualmente o mediante macchine. Generalmente al momento della conservazione i semi posseggono il 10% di acqua. Le cicerchie vengono conservate in contenitori a chiusura ermetica in luoghi freschi.
Nel Catasto Agrario del 1929 la cicerchia era presente come coltura principale nei comuni di Andria, Putignano e Spinazzola, rispettivamente per 53, 19 e 16 ha. In agro di Bitetto, Barletta, Conversano, Gravina in Puglia e Noci è indicata generalmente consociata con l’oIivo.
Al dettaglio tradizionale e in negozi specializzati.


Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 352 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

Bibliografia