Cicoria riccia

Cecora rizza, cicoriella cresta, cecora resta.

Varietà di cicoria della specie Cichorium intybus L. a ciclo primaverile-estivo, caratterizzata da lamine fogliari piuttosto larghe e fortemente frastagliate.
La coltura si effettua in primavera, seminando scalarmente le cicorie in questione a spaglio, in riquadri di terreno ben lavorati e livellati (onde consentire un’irrigazione uniforme). Quando le piante seminate raggiungono le dimensioni commerciali vengono estirpate con tutta la radice quindi lavate, legate a fasci e avviate alla vendita. La produzione viene programmata per avere i primi raccolti in maggio, proseguendo poi per tutta l’estate. Queste cicorie, caratterizzate dalla particolare delicatezza e dall’assenza di note amare tipiche delle altre cicorie, vengono prevalentemente consumate previa cottura, lessate, da sole o mischiate a giovani plantule di finocchio. 

Coltura certamente datata, viene citata da diversi studiosi tra cui Mannarini in “Orticoltura Salentina” (1914) a pagina 56.

È inoltre riportata sul “Dizionario Leccese-Italiano” di Garrisi (1990) a pagina 114.

Per le numerose proprietà attribuitele veniva chiamata “chreston” (dal greco Krestòs, utile), nome rimasto ancora in uso nel Salento dove viene chiamata ‘cicoriella cresta’. 


Mercati all'ingrosso, grande distribuzione organizzata, mercati locali, vendita diretta presso aziende agricole.

  • “Sagra te la cecora resta” a Lecce;
  • “Festa della cicoria selvatica” a Galatone e Sannicola (LE).

Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 10 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

Bibliografia