Fava di Carpino

Fonte immagine: chefericette.com.Fonte immagine: chefericette.com.
La 'fava di Carpino' (Vicia faba var. major Harz.) è caratterizzata da semi piccoli, compressi e con una fossetta nella parte inferiore. La cuticola al momento della raccolta è di colore verde e con il tempo diventa color bianco sabbia. Se opportunamente essiccati al sole si conservano per lungo tempo.
I terreni calcarei e argillosi di Carpino sono perfetti per la coltivazione delle fave e non a caso proprio qui, da sempre, si coltiva una popolazione locale tra le più apprezzate della Puglia. Si produce in rotazione con grano duro, bietola da zucchero, pomodoro e lupino. La semina avviene nei mesi di ottobre e novembre. Non si impiegano fertilizzanti di sintesi e agrofarmaci le infestanti vengono eliminate con la sarchiatura e scerbatura. Fiorisce scalarmene 90-120 giorni dopo la semina; la maturazione completa dei baccelli ha luogo 170-210 giorni dalla semina. A giugno, quando le piante sono ingiallite, si estirpano a mano, si legano in covoni (i cosiddetti “manocchi”) e si lasciano seccare sul campo. Nel frattempo si predispone un’area circolare (“arij”) bagnando il terreno, ricoprendolo di paglia e pressandolo. Lo scopo è quello di creare uno strato duro e compatto su cui trebbiare. Nel mese di luglio, quando i “manocchi” sono ben secchi, si sistemano sull’arij (dopo aver eliminato la paglia) e, quando il sole è alto, si trebbia: un agricoltore sta al centro dell’area, mentre uno o più cavalli girano intorno schiacciando i covoni. Quindi, con tradizionali forche di legno, si separano i semi dai fusti e foglie e per eliminare le particelle più piccole, si sollevano le fave con pale di legno e si gettano in aria approfittando della brezza pomeridiana.

Le fonti storiche che parlano della coltivazione di fave in Capitanata risalgono ai primi anni dell’800. Tra questi Luigi Baselice, storico foggiano, in una sua relazione del 1812 descrive sommariamente l’agrotecnica con cui veniva coltivata. 

Nel Catasto Agrario del 1929 nel comune di Carpino risultano coltivati a fave 303 ha.

La tradizionale produzione della Fava di Carpino è descritta nel libro “Folklore Garganico” di Giovanni Tancredi (1938).

Nel 2014 la fava di Carpino era uno dei componenti il mix di legumi consumato dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale tra cui l’italiana Samantha Cristoforetti.

Al dettaglio tradizionale e in negozi specializzati.


Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 341 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

Composizione nutrizionale delle fave fresche:

Acqua (%) 83,9;

Proteine (%) 5,2;

Carboidrati (%) 4,5;

Grassi (%) 0,4;

Fibra (%) 5,0;

Valore Energetico: 41 kcal;

Fonte: Bancadati INRAN ed. 1997.

Bibliografia