Curiosità

Fave arrostite, lo "snack" croccante della tradizione pugliese

Fave arrostite, lo "snack" croccante della tradizione pugliese

I prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) sono prodotti preparati in modo tradizionale, capaci di generare attrattività nei confronti della storia e della cultura del nostro territorio; essi ne rappresentano una risorsa che deve essere valorizzata in quanto tale.

I PAT permettono di ampliare la conoscenza della cultura e delle tradizioni culinarie. Rappresentando uno strumento atto a imparare a conoscere, i PAT permettono di non disperdere la memoria e l’identità storica di un popolo, fatte di usi, costumi, riferimenti linguistici, vicende e momenti di convivialità.

Le fave arrostite costituiscono un prodotto tradizionale, tipico della cucina contadina di un tempo, che costituiva e costituisce tutt’oggi uno “snack” irresistibile. 

Esse sono conosciute con diversi nomi dialettali, tra cui: “fave arrestute” (Bari), “fae rrustute” (San Vito dei Normanni).

Sono in molti a ricordare la bontà di questo prodotto, preparato con passione e consumato con gusto; tra questi vi sono anche persone che, con la loro passione, contribuiscono a mantenere e diffondere le tradizioni e la cultura della nostra regione.

Tra i promotori dell’importanza della diffusione delle tradizioni della nostra regione che ricordano questo prodotto vi è il signor Luigi Errico, ristoratore di San Vito dei Normanni fortemente legato alla cucina tipica pugliese; egli racconta che le fave arrostite venivano preparate con passione e con una precisa tecnica dalle donne della sua famiglia. Le fave secche, dopo essere state cotte, vengono insaporite con del vino salato, in modo tale da farle assumere un sapore delizioso.

Anche il signor Filippo Favia, profondo conoscitore della storia, della cultura e delle tradizioni baresi, ricorda gli utensili adoperati per la preparazione di tale prodotto. 

La ricetta tradizionale, secondo fonti orali, prevede che le fave secche vengano immerse in acqua per circa tre giorni, cambiando l’acqua ogni tanto; poi vengano asciugate su una tovaglia; si procede incidendole con un coltello, formando una “X”, in modo tale che si cuociano anche all’interno. Il giorno dopo vengono cotte in una pignatta (“pignatidde”) nel forno a legna a fuoco molto forte, a una temperatura di circa 150 °C, fino a quando non diventano di colore dorato e croccanti (30-40 minuti circa). 

Questa modalità di preparazione permetteva un tempo di consumare le fave anche per diversi mesi l’anno. 

Al giorno d’oggi possono anche essere realizzate in modo molto semplice mediante l’utilizzo di forno elettrico o a gas; utilizzando varietà locali di fava, è possibile inoltre consumare un prodotto autentico e genuino, molto apprezzato per realizzare spuntini da consumare in diverse occasioni. 

Tale prodotto era consumato durante feste sacre e profane in tutta la regione; in alcune di queste occasioni le fave erano poste all’interno di pentolacce o fantocci e venivano consumate assieme ad altre leccornie.