Pomodoro da serbo giallo

Pummitoro te 'mpisa giallu, Pummitoru te prendula giallu.

Il pomodoro da serbo giallo (Solanum lycopersicum L.) viene ottenuto da una vecchia popolazione riprodotta dai coltivatori. I frutti sono caratterizzati da un peso medio di 25 g, e un elevato numero di semi. La buccia è piuttosto tenace, spessa e coriacea, di colore giallo oro. Le bacche presentano un buon tenore zuccherino, sapore acidulo e sono particolarmente apprezzate per il gusto e la serbevolezza confermata anche da ricerche sperimentali. Il prodotto, al momento della vendita, si presenta riunito in grappoloni (i “pomodori appesi”) le cui bacche sono inserite su un filo di spago.
Il semenzaio viene preparato dagli agricoltori che conservano il seme dell’anno precedente. Le piantine vengono messe a dimora ad aprile, su terreni profondi e coltivate in regime di aridocoltura. La raccolta avviene scalarmene da luglio a settembre. La serbevolezza delle bacche consente di conservare i pomodori in grossi grappoli che vengono appesi in luoghi asciutti ed areati, e conservati per tutto l’inverno. Il prodotto, oltre ad essere utilizzato per l’autoconsumo, viene usato in alcuni forni per la produzione di focacce e di pane condito, tipo “pizzi”, “pirille”, “scèblasti”, “cucuzzate”, tipici del Salento.

Prodotto tradizionale il cui processo produttivo e il metodo di conservazione vengono tramandati da generazioni.

È una varietà di antica origine, con ogni probabilità coltivata nel Salento sin dalla sua importazione dal Nuovo Mondo, principalmente per essere utilizzato a scopo ornamentale. Con la sua bella e insolita colorazione, infatti, ha da sempre attirato l’attenzione di pittori e illustratori prima e di fotografi poi. Le sue reste sono state frequentemente immortalate e inserite in scorci pittoreschi, divenendo nel tempo uno degli elementi iconografici che più rappresentano l’area salentina.

Al dettaglio tradizionale.

Aspetti nutrizionali

Valore energetico: 19 kcal
Valori in grammi (g) per 100 g di parte edibile

Bibliografia